Emergenze 2.0, perché la Protezione Civile non usa i social media

novembre 19, 2013 alle 12:38 PM | Pubblicato su Il nuovo mondo | 4 commenti

Di seguito trovate l’estratto di un articolo che ho scritto per la rivista Problemi dell’Informazione a proposito di gestione delle emergenze online, sia a livello grassroot che istituzionale. La versione integrale dell’articolo può essere scaricata qui, mentre il numero completo della rivista (curato da Angelo Agostini) può essere acquistato qui.

La riflessione è scaturita dal terremoto in Emilia, ma è ancora attuale oggi. Dopo l’alluvione che ha colpito la Sardegna, in molti lamentano la mancanza di informazioni online da parte della Protezione Civile italiana. Proprio su questo tema a luglio 2012 ho intervistato il Direttore dell’Ufficio volontariato, formazione e comunicazione del Dipartimento della Protezione Civile. Ecco il resoconto dell’intervista.

L’assenza della Protezione Civile italiana viene invece spesso indicata come un anello mancante nelle dinamiche di networking, che finisce inevitabilmente col penalizzare gran parte delle iniziative che nascono in maniera spontanea. Dal Dipartimento di Palazzo Chigi sottolineano quanto sia più complessa – per motivi storici e culturali – la «macchina» italiana della Protezione Civile, con un sistema piramidale che si muove da Roma fino al sindaco del piccolo comune.
Ma allo stesso tempo assicurano anche che, già dopo l’alluvione in Liguria, è stata messa l’apertura di canali ufficiali per la comunicazione in tempo reale: «Attualmente abbiamo una pagina su Facebook che però non viene utilizzata per allertare in situazioni di crisi», spiega Titti Postigione, Direttore dell’Ufficio volontariato, formazione e comunicazione del Dipartimento della Protezione Civile. «Contiamo di aprire anche altri profili sui social media, soprattutto per informare i cittadini prima, durante e dopo le emergenze e prevenire i messaggi di disinformazione che inevitabilmente si ripresentano. Prima di farlo, però, vogliamo essere sicuri di poter gestire responsabilmente tutto ciò».
Giusta osservazione, unita anche alla consapevolezza che «tutto ciò deve andare ad inserirsi in una struttura distribuita. La Protezione Civile non è solo l’ufficio centrale di Roma, ma anche migliaia di Comuni, Province, Regioni, volontari sparsi sul territorio. Per offrire una corretta gestione dell’emergenza bisogna che un po’ tutti gli enti aprano i loro canali».
Un po’ come stanno facendo a Bologna, ad esempio, o nella provincia di Modena, dove l’Assessorato alla Protezione Civile si è attivato alcuni giorni dopo il sisma lanciando il progetto «Un tetto per la Bassa» per gestire online la domanda e l’offerta di posti letto.
Ad ogni modo, siamo ancora lontani dalle esperienze più avanzate dei vigili del fuoco di Los Angeles dove i social media costituiscono un canale di diffusione, alert e gestione della crisi da affiancare agli altri già esistenti. Possiamo comunque essere certi che, sotto la pressione dei cittadini connessi, delle prime amministrazioni illuminate e, magari, degli hacker impegnati sullo sviluppo di nuovi software, si stiano già compiendo i primi passi verso una gestione delle emergenze che in futuro passerà sempre di più dai social media.

PS: Segnalo anche che, proprio nei giorni scorsi, la Protezione Civile ha organizzato una Giornata di Studio dal titolo: “La protezione civile e i social media: comunicare il rischio e il rischio di comunicare”. Qui il programma e qui un articolo sulla giornata.

“Qui non si tratta del Dipartimento che entra nei social media e si racconta, – ha affermato Titti Postiglione, responsabile dell’Ufficio Volontariato e comunicazione DPC – ma si tratta di fare il mestiere del coordinamento, che è il nostro mestiere, e di applicarlo alla comunicazione. Noi non vogliamo che il DPC sia il gestore dei social in materia di protezione civile ma occorre assolutamente costruire una rete. Bisogna capire come le comunicazioni che arrivano dal territorio possono essere utilizzate e gestite, dobbiamo fare un patto con i cittadini e costruire un rapporto in tempo di pace”. “Social media sì – dichiara Titti Postiglione – ma in maniera sostenibile dal sistema”.

Chasing Sustainability on the Net : International research on 69 journalistic pure players and their business models

novembre 1, 2012 alle 12:39 PM | Pubblicato su Il nuovo mondo | 2 commenti

Here’s the final report of SubMoJour research project, a joint project with University of Tampere, USC Annenberg and Waseda University – I have authored the chapter on Italy.

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The report outlines how online-based journalistic startups have created their economical locker in the evolving media ecology. The research introduces the ways that startups have found sustainability in the markets of nine countries. The work is based on 69 case studies from Europe, USA and Japan.

The case analysis shows that business models can be divided into two groups. The storytelling-oriented business models are still prevalent in our findings. These are the online journalistic outlets that produce original content – news and stories for audiences. But the other group, service-oriented business models, seems to be growing. This group consists of sites that don’t try to monetize the journalistic content as such but rather focuson carving out new functionality.

The project was able to identify several revenue sources: advertising, paying for content, affiliate marketing, donations, selling data or services, organizing events, freelancing and training or selling merchandise. Where itwas hard to evidence entirely new revenue sources, it was however possible to find new ways in which revenue sources have been combined or reconfigured. The report also offers practical advice for those who are planning to start their own journalistic site.

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Il McHuffingtonPost e i blogger non retribuiti

settembre 30, 2012 alle 5:58 PM | Pubblicato su Il nuovo mondo | 2 commenti
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Due riflessioni sullo sbarco dell’Huffington Post in Italia:

1) McHUFFINGTON-POST
Il primo aspetto interessante mi sembrano i formati tecnologici ed editoriali adottati. E’ la prima volta che in Italia viene implementato un sito di news solo online che è una vera e propria macchina da guerra per generare click e coinvolgimento degli utenti.
Certo, il merito è tutto dell’Huffington Post originale che negli anni ha messo a punto un Cms avanzatissimo dal punto di vista del Seo e dell’engagement (come ben sottolinea Pierluca Santoro).
Si tratta di un sistema nativo del web, che in questi anni ha saputo cavalcare e, spesso anche anticipare, le principali innovazioni online (l’HuffPo ha integrato Facebook al suo interno prima ancora che Mark Zuckerberg mettesse a disposizione questa funzionalità).

Su questo terreno fino ad ora avevano fatto poco sia le testate tradizionali (che di fatto sono “emigranti digitali”) sia i pure-player arrivati di recente (per motivi diversi tra loro come ho cercato di spiegare qui). L’unica eccezione, forse, è stata quella de “Il Fatto Quotidiano” online.

Dal punto di vista editoriale, poi, mi colpisce l’effetto network internazionale che i vari HuffPo nazionali posso generare. Ieri, per dire, sia nella versione italiana che in quella inglese era disponibile un bel post di Pedro Almodovar sulle manifestazioni a Madrid (pochi anni fa sarebbe stata un’esclusiva di un grande settimanale).
Tutto questo, ovvio, va di pari passo anche con l’esportazione di un modello giornalistico statunitense, in grado di mescolare alto e basso, scoop e gossip, inchieste da Premio Pulitzer e tanto “strano ma vero“. Insomma, un po’ come il McDonald ha cambiato le abitudini alimentari in giro per il mondo, anche l’HuffPo cambierà i nostri gusti informativi. A colpi di “splash“, reaction-bar e più blog per tutti.

2) BLOGGER NON RETRIBUITI
E veniamo alla seconda questione dei blogger non retribuiti, con una premessa doverosa: questo dibattito va ad inserirsi in un contesto italiano paludato da una brutta tradizione di sfruttamento e “mercato nero” dei giornalisti precari. Le loro preoccupazioni vanno sempre ascoltate e rispettate.

Ad ogni modo, mi sembra che anche qui sta avvenendo uno smottamento in atto già da molto tempo (anche Il Fatto, Linkiesta, Lettera43, Il Post non pagano i blogger), ma che l’arrivo dell’HuffPost ha riportato a galla.
Da anni il web da anni ha eroso il predominio delle opinioni che prima era appannaggio della tv e dei quotidiani. Facebook e Twitter hanno portato tutto ciò ancora più lontano.
Perché, quindi, scandalizzarsi se Lucia Annuzniata dice che, in questo nuovo contesto, le opinioni su fatti noti non possono essere più retribuite? Soprattutto se queste opinioni sono di personalità che NON vivono facendo giornalismo?
Prima dei blog e delle altre piattaforme 2.0, un giornalista che scriveva un articolo raccoglieva pareri, opinioni e fatti da diverse fonti. Telefonava, faceva domande, verificava quanto gli veniva riportato, gli dava un contesto. E, ovviamente, le fonti non venivano mai pagate.
Ora le fonti – da Vendola a Landini, passando per Fini e il Ministro Barca – scrivono direttamente online sull’Huffington Post. Lo può fare chiunque altrove, lo fanno anche loro (e, in parte lo facevano già da tempo sui rispettivi siti personali).
Questo vuol dire che non servono più giornalisti? Che non c’è più bisogno di qualcuno che raccolga, verifichi e contestualizzi quanto dichiarato? Ne dubito fortemente.
E poi, se davvero crediamo nella libertà di informazione, qualunque allargamento delle voci che partecipano al dibattito pubblico non può che essere che salutare per la vita democratica. L’importante è che tutto ciò venga accompagnato anche da contro-poteri, altrettanto influenti (e, si spera, retribuiti), in grado di fare luce su manipolazioni, false notizie e facili demagogie. Proprio per questo, ora più che prima, i giornalisti sono più importanti che mai.

Twitter, il #terremoto e quegli anelli mancanti

Maggio 30, 2012 alle 12:12 PM | Pubblicato su Il nuovo mondo | 6 commenti

Ieri ho seguito le notizie del terremoto in Emilia con un occhio su Twitter e l’altro su Sky TG24. Alcune note sparse (e ancora poco ragionate), da sistemare meglio.

1) Notizie: ancora una volta i social media si sono rivelati una fonte indispensabile per ricevere aggiornamenti di prima mano dai luoghi più colpiti dal sisma. Soprattutto nelle prime ore dopo la scossa, quando nessuno, ad esempio, parlava della tragedia di Cavezzo. Non c’era nessun giornalista lì (erano tutti negli altri paesi colpiti dalla scossa del 20 Maggio) e in questi casi Twitter ha dimostrato tutto il suo potenziale di breaking news (oltre che di propagatore di bufale). Ma non è stato per nulla facile verificare i materiali che arrivavano: io ci ho provato senza successo. Alcune testate hanno preferito pubblicare senza troppi problemi le immagini trovate online (offrendo in alcuni casi un servizio poco accurato). Ma alla fine l’informazione migliore è arrivata solo quando i reporter delle grandi testate hanno finalmente raggiunto Cavezzo con le loro telecamere. La “macchina dell’informazione” sa ancora fare la differenza.

2) Aiuti: il passaparola ha funzionato alla grande. Nel mio piccolo ho monitorato soprattutto quello relativo all’offerta ospitalità su CouchSurfing. Ma anche qui, Internet sono presto emersi problemi. Come ha spiegato l’ideatore dell’iniziativa, “la protezione civile sta facendo un gran lavoro, ma svolge tutto in maniera autonoma (posti letto, cibo, assistenza malati), e da un lato è anche auspicabile. Ma per organizzazione e protocolli interni non contemplano l’aiuto dei volontari isolati“.
Lo spontaneismo della rete è encomiabile, ma se non ha un anello istituzionale che fa da sponda, diventa inevitabilmente autoreferenziale.
A quando la Protezione Civile sui social media? L’esempio INGV dimostra che quando un attore istituzionale usa bene gli strumenti online, tutti ci guadagniamo. Lo stesso dovrebbe valere anche per il coordinamento degli aiuti.

3) Mobilitazione: concordo che è stata molto più matura che in passato, ma anche qui ci ha messo poco a sfociare in derive per lo più auotoreferenziali e da #popolodellarete. E in quest’ultime includo sia l’ideologizzazione della tragedia che l’accanimento anti-sciacalli (come se la comunicazione maldestra Groupalia fosse l’emergenza del giorno)

4) Esperimenti: come in altre occasioni, anche questa volta la tragedia ha messo in moto tante energie. Segnalo l’elegante interfaccia realizzata da Simone Busoli che aggrega e aggiorna in tempo reale tutte le segnalazioni dell’INGV (è ormai diventata la pagina che consulto di più). Ma anche il progetto embrionale di un Crowdmap (Ushahidi) segnalato da Matteo Grandi. Soprattutto per il secondo, come insegna l’utilizzo di Ushahidi ad Haiti, la centralizzazione delle informazioni disperse sul web è un elemento da non sottovalutare durante gli eventi di crisi. Ma lo è ancora di più, trovare gli attori istituzionali che sappiano/possano utilizzare le info condivise.

Morale: Internet in Italia è ancora stretta tra “voglia di…” e “mancanza di...”. E come in tutti i sistemi a rete, a volte basta un solo anello mancante per vanificare lo sforzo di tanti “small pieces loosely joined

Sul tema segnalo anche le riflessioni di Serena Danna e Massimo Mantellini

Survival is Success. Journalistic Online Start-ups in Western Europe

aprile 20, 2012 alle 7:20 am | Pubblicato su Il nuovo mondo | 2 commenti

From the RISJ website:

The economics of online news today are as challenging for new entrants as they are for industry incumbents. Though internet use and online advertising is growing rapidly across Europe, it is not clear that this alone will provide the basis for new forms of journalism.

Analysis of some of the most promising new journalistic ventures shows that even the most innovative enterprises can find it as difficult to break even online as their most conservative legacy media counterparts do.

That is the message of a new RISJ Challenge published today, written by the Italian journalist Nicola Bruno and the Reuters Institute Research Fellow Rasmus Kleis Nielsen.

The report is the first to systematically assess how journalistic online start-ups are doing across Western Europe.

Based on analysis of nine strategically chosen cases from Germany, France, and Italy—including prominent pure players like Netzeitung, MediaPart, and Lettera43—it shows that the start-up scene in Europe is still at a stage where survival must been seen as a form of success in itself.

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Online coverage:

Columbia Journalism Review – Lauren Kirchner
Online News Startups Struggle to Break Even in Western Europe

Journalism.co.uk – Tabby Kinder
Study: Online-only news sites ‘struggling to cover costs’

European Journalism Observatory – Pierluca Santoro
Per l’Informazione Online-only la Sopravvivenza è un Successo

Huffington Post – Garrett Goodman
Pure Players Often Can’t Cope

L’Espresso – Carola Frediani
La dura vita dei siti indipendenti

Corriere.it – Eva Perasso
Giornalismo in rete: sopravvivere è un successo

Repubblica.it
Europa: le start-up giornalistiche online. Sopravvivere è già un successo

La Stampa.it – Federico Guerrini
Primo: sopravvivere. Le startup giornalistiche in Europa e il loro incerto futuro

Sky.it
Web, per le testate solo online il successo è sopravvivere

Il Sole 24 Ore – Luca Dello Iacovo
La strada tutta in salita delle startup di giornalismo online. Quando «sopravvivere è un successo»

Vanity Fair.it – Marco Pratellesi
L’insostenibile “leggerezza” delle news online: il rapporto Reuters

Il Giornalaio – Pierluca Santoro
La Sopravvivenza è un Successo

L’Unità – Sergio Ragone (Smap)
La sopravvivenza è un successo. Ce lo spiega Pier Luca Santoro

LSDI
Per le testate solo-digitale la sopravvivenza è già un successo

Nouvelles Pratiques du Journalisme at SciencePo. My (storified) presentation

dicembre 5, 2011 alle 8:44 PM | Pubblicato su Il nuovo mondo | 1 commento

Here it is the (storified) presentation I gave at the  International Conference “Nouvelles Pratiques du Journalisme” organized in Paris by the École de journalisme de Sciences Po in partnership with the Columbia University Graduate School of Journalism.

Great speakers and interesting contributions, as you can read in this digest by Alice Antheaume.

Un mio articolo su Nieman Reports

settembre 14, 2011 alle 9:51 am | Pubblicato su Il nuovo mondo | 1 commento

Sull’ultimo numero di Nieman Reports (una delle più antiche e prestigiose riviste di giornalismo, edita da Harvard University) è stato pubblicato un mio articolo che, a partire dal libro La Scimmia che Vinse il Pulitzer, parla di come sta cambiando lo scenario dell’informazione online e di come piccole startup – si veda la nostra Effecinque – possono portare un valore aggiunto, a partire anche da progetti come Beautiful Lab realizzato insieme a Sky.it e Tiwi.

Will Machines Replace Journalists?
After looking at start-ups for their book, “The Monkey That Won a Pulitzer,” two Italian journalists launched a project that uses motion graphics to tell news stories with context.

By Nicola Bruno

At Northwestern University, out of a place bearing the name Intelligent Information Laboratory, rises the invisible hand of Stats Monkey, a software program capable, its creators say, of drafting dozens of news items in impeccable English within seconds. If it seems smarter than journalists The title translates from Italian as “The Monkey That Won a Pulitzer: People, Adventures and (Good) News From the Future of Information.”perhaps this is because so far its stories have been limited to baseball, a sport in which statistics dominate. Number crunching is, after all, a mechanical task. Speaking of numbers, the folks who invented Stats Monkey say they plan to expand its coverage to global financial markets, a place where numbers scurry by in milliseconds. In this realm, the stories these numbers tell can make a significant difference—possibly sending markets tumbling with a misstep here or there.

Continua su Nieman Reports

Da Vancouver alla Cina: Se l’anonimato muore sul web

luglio 28, 2011 alle 11:47 am | Pubblicato su Il nuovo mondo | 1 commento

E’ online una mia riflessione su privacy e “sorveglianza dal basso” che ho scritto per DoppioZero. Si parla di casi recenti di attualità, ma anche di “motori di ricerca umani” e altre forme di “delazione” online.

Se l’anonimato muore sul web

Love and Revolution
Vancouver, 15 giugno 2011. Dopo aver perso la finale della Stanley Cup, i tifosi della locale squadra di hockey danno a fuoco e fiamme il centro della città. La polizia reagisce duramente.
Il fotografo di Getty, Richard Lam, è sul posto per riprendere i tafferugli, quando si imbatte in una coppia che, incurante dei disordini intorno, sembra baciarsi appassionatamente. Lam coglie l’attimo e scatta una foto che il giorno dopo farà il giro del web, delle tv e dei giornali di tutto il mondo, dove il “Vancouver Riot Kiss” verrà subito paragonato ad altri baci iconici della storia della fotografia, come “Day in Times Square” di Alfred Eisenstaedt e “Le Baiser de l’Hôtel de Ville” di Robert Doisneau.
Man mano che l’immagine diventa un tormentone virale, cresce però anche la curiosità (e la morbosità) sull’identità dei due ragazzi: Chi sono? Perché si baciano? Stanno forse recitando? Su Twitter, Facebook e i quotidiani online scatta la gara della verifica a posteriori (un tratto ormai distintivo dell’informazione accelerata dei nostri tempi: tutte le fasi del processo giornalistico – ricerca, raccolta, verifica e pubblicazione delle notizie – sono ormai vissute insieme ai lettori, in una sorta di Grande Fratello dell’informazione in tempo reale, fatto di “gialli”, misteri e pseudo-notizie).
Per una giornata intera le interpretazioni e le speculazioni sul bacio di Vancouver proliferano: c’è chi parla di fotomontaggio, chi di “abuso” ai danni di una manifestante ferita, chi tira addirittura in ballo un gruppo di situazionisti newyorkesi.

Continua su Doppio Zero

La tragedia di Oslo e il giornalismo in tempo reale

luglio 23, 2011 alle 12:02 PM | Pubblicato su Il nuovo mondo | 4 commenti

[Cross-posting da La Scimmia Che Vinse il Pulitzer]

C’è chi lo chiama live-blogging, chi live-coverage, chi “pagina vivente” (live-page). Al di là delle differenze terminologiche, una cosa ormai è certa. Nelle redazioni dei media tradizionali si sta facendo sempre più largo un nuovo formato, nativo del web, per raccontare l’attualità.
Soprattutto quando gli aggiornamenti in tempo reale incalzano di minuto in minuto e non ha più senso impacchettare il classico, lungo articolo testuale che, come dice lo studioso Jeff Jarvis, è ormai diventato un vero e proprio lusso (richiede troppo tempo e risorse. E, poi, rischia di essere “vecchio” già a poche ore dalla pubblicazione)

E così, anche ieri, a raccontare meglio la tragedia di Oslo sono stati ancora una volta i cosiddetti live-coverage. Soprattutto perché sono riusciti ad integrare nella loro copertura le tantissime testimonianze di prima mano presenti sui social media.

In Italia, l’ha fatto ad esempio molto bene Andrea Dambrosio di Sky.it, appoggiandosi al servizio gratuito Storify: mentre le altre testate online italiane combattevano contro il formato tradizionale dell’articolo (aggiungendo le ultime breaking news man mano che arrivavano, cancellando le precedenti, con l’effetto di confondere il lettore, senza sapergli dare un contesto), su Sky.it si poteva scorrere il flusso di testimonianze online raccolte sul web (ovviamente Sky.it non si è limitato a questo formato, ma accanto ha pubblicato anche i tradizionali articoli di contesto, fotogallery, video, etc).

E’ interessante notare, poi, come diverse testate, con diverse sensibilità giornalistiche, si stiano appropriando di questo formato nativo del web. The Guardian (tra gli antesignani del genere) preferisce il formato più conversazionale e caotico del live-blogging in ordine cronologico inverso: tanti aggiornamenti in tempo reale, una grandissima diversità di fonti pescate sui social media, ma il rischio di pubblicare notizie infondate è sempre dietro l’angolo.

La BBC preferisce, invece, affiancare il live coverage con la diretta live del suo canale all-news: ok l’apertura ai social media e gli aggiornamenti in tempo reale – sembra voler dire la più istituzionale tv di stato britannica – ma fidatevi di più dei nostri giornalisti.

Ad ogni modo, la mia soluzione preferita resta quella del New York Times. Robert Mackey, il giornalista del bellissimo blog The Lede, riesce ad offrire live-page con una grande diversità di fonti, senza però mai confondere il lettore (come il Guardian), ma dandogli sempre un contesto e una narrazione (come la Bbc). Ogni unità integrata nel flusso è sempre introdotta e spiegata, anche a costo di distorcere il flusso cronologico inverso di cui è schiavo il Guardian, ad esempio. Altro punto di merito per Mackey: ogni fonte che cita è sempre verificata (una questione che diventerà sempre più centrale, man mano che le testate online inizieranno ad usare il live-coverage).

Regolamento #AgCom – Le reazioni in rete

luglio 6, 2011 alle 6:35 PM | Pubblicato su Il nuovo mondo | 4 commenti

I commenti a caldo su Twitter, Facebook e i blog dopo l’approvazione dello schema di regolamento dell’Agcom

Intervento dell’avvocato Guido Scorza su L’Espresso online: “Un bel passo avanti rispetto alla via che Agcom sembrava inizialmente intenzionata a percorrere”

L’Espresso – Delibera Agcom, la forza della Rete (e della ragione) [ http://is.gd/ogXvja ] #nowebcensure #notterete
grimjfoot
July 7, 2011
Il blogger Massimo Mantellini e l'”inaffidabilità di Agcom”
Non aprite quel tombino – manteblog

Così alla fine ieri, dopo le proteste delle settimane precedenti, Agcom ha infine comunicato una serie di modifiche ai suoi progetti di controllo amministrativo sul diritto d’autore nel web italiano. Si tratta in alcuni casi di miglioramenti sensibili (per esempio la non ingerenza sui siti web stranieri) rispetto al progetto originale ma non è di questo che vi volevo dire.

Pierluca Santoro del blog Il Giornalaio parla di “provvedimento disegnato per dar lavoro agli avvocati ed intasare ulteriormente i tribunali della penisola”

AGCOM Tra le Nuvole | Il Giornalaio

Nonostante le diffuse proteste dei giorni scorsi, l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni [AGICOM] ieri ha approvato a larga maggioranza lo schema di regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica.
Futuro e Libertà (FLI) chiede un’audizione in Parlamento per Agcom
Raisi e Toto chiedono di audire in Parlamento Agcom sulla Rete

Come Capogruppo di FLI in Commissione Attività Produttive insieme al collega Daniele Toto Capogruppo di FLI in Commissione Trasporti abbiamo chiesto oggi un’udienza conoscitiva a commissioni riunite con i vertici dell’Agcom affinché vengano ad illustrare in Parlamento il provvedimento amministrativo che intendono adottare per quanto riguarda il tema dei diritti d’autore e la rete.

Sonia Alfano, europarlamentare attiva nella lotta alle mafie, presenta un’interrogazione scritta alla Commissione Europea: “La delibera Agcom rappresenta una seria minaccia per la tutela del diritto di espressione”

RT @SoniaAlfano Comunicato: INTERNET: ALFANO(ALDE), DELIBERA AGCOM E’ SERIA MINACCIA http://bit.ly/orCPvG
onobandana
July 6, 2011
I Verdi stanno valutando un ricorso al Tar: “Il meccanismo di rimozione dei contenuti è un limite alla libertà di espressione”
Delibera Agcom, Verdi: "Ricorreremo al Tar"

ROMA, 6 LUG – ”Stiamo valutando un ricorso al Tar nei confronti del provvedimento dell’Agcom sul diritto d’autore”. Lo dichiara il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: ”Il meccanismo di rimozione dei contenuti non solo non e’ convincente ma e’ un limite alla liberta’ d’espressione sulla rete”.
La Federazione Italiana Editori Giornali (Fieg) parla di “soluzione equilibrata e prudente, sia sotto un profilo di metodo che di sostanza”
DELIBERA AGCOM: PER LA FIEG, TROVATA SOLUZIONE EQUILIBRATA E TRASPARENTE | Spot and Web

Con riferimento alla delibera approvata solo poche ore fa dall’AgCom in materia di tutela del diritto d’autore online, la FIEG osserva che i timori della vigilia e le polemiche spesso strumentali che l’hanno accompagnata sembrano fugati.

Secondo l’avvocato Daniele Minotti resta il nodo dei poteri dell’Agcom

Ma AGCOM non ha potere regolamentare in materia. Il punto e’ sempre quello #agcom http://ff.im/HnYuz
danieleminotti
July 6, 2011

Lettera43 parla di “parziale retromarcia” dell’Agcom, mentre Linkiesta di “contentino per la rete”

Agcom, approvata la delibera sul diritto d’autore – Lettera43

Approvata la delibera che ha scatenato la bufera in Rete. Lo schema di delibera sul diritto d’autore che tante proteste ha suscitato negli scorsi giorni in Rete è stato approvato il 6 luglio dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni riunita in consiglio con sette voti favorevoli, un astenuto e un voto contrario.
L”Agcom dà un contentino alla rete

"Diritto d’autore: approvato schema di regolamento #agcom, 60 giorni per la consultazione". L’AgCom l’ha scritto anche sul suo canale Twitter. Bavaglio, inibizione ai siti internet, libertà della rete: non c’era mai stata tanta attesa rispetto a una decisione di un Authority da parte del mondo del web.
La Gallery di Sky.it sugli artisti pro-regolamento
Foto Da Baglioni a Dalla, artisti con l’Agcom. Le foto – Tg24 – Sky.it

Da Baglioni a Dalla, artisti con l’Agcom. Le foto

Mentre Barack Obama risponde alle domande dei cittadini su Twitter, alcuni utenti italiani gli chiedono cosa ne pensa del regolamento Agcom.

What about the new italian resolution that allows AGCOM to block websites that violates copyright without referring to a judge? #askObama
enrix835
July 6, 2011
What about the new italian resolution that gives AGCOM the power to block websites without referring to a judge? #AskObama
GnuFabio
July 6, 2011

Secondo LinuxBird, Twit-Magazine del mondo Linux, gli Anonymous potranno tornare a farsi sentire. Intanto le Università italiane subiscono un grave attacco

E’probabile che l’operazione contro Anonymous e la delibera bavaglio dell’Agcom stiano attirando sull’Italia le attenzioni degli Hacktivisti
LinuxBird
July 6, 2011
Hacker, università italiane sotto attacco – Tg24 – Sky.it

Leggi anche:Anonymous, la polizia scova gli hacker italianiLa sfida di Anonymous: noi siamo ancora quiDa Sony al Pdl, hacker all’attacco: ecco chi sonodi Alberto GiuffrèUniversità italiane sotto attacco informatico. Migliaia di password dei siti di 18 atenei sono state diffuse da un gruppo hacker che si fa chiamare LulzStorm.
“Poteva andare peggio” secondo Luca Tremolada di Nova24, l’inserto tecnologico de Il Sole 24 Ore
Agcom? Poteva andare peggio – Goozo

Nessuna inibizione dell’accesso ai siti Internet; misure per la promozione legale e a costi ridotti dei contenuti digitali; possibile ricorso al giudice in ogni fase della procedura; per quanto riguarda i siti esteri, prima richiamo e poi segnalazione alla magistratura.
Punto Informatico racconta il dietro le quinte della riunione di oggi
PI: Agcom, tra defezioni e mobilitazioni

Si dimette anche l’altro relatore Gianluigi Magri, in risposta alle illazioni emerse dopo la sostituzione di D’Angelo. La Rete organizza una notte di protesta, mentre Bersani chiede all’Autorità di fermarsi

Una minoranza di utenti continua la protesta contro Agcom.

Ho mandato un msg all’Agcom contro il tentativo d’imbavagliare internet.me lo hanno rispedito indietro.
twittopolis
July 6, 2011
Ho mandato un msg all’Agcom contro il tentativo d’imbavagliare internet. Unisciti! #nowebcensure #notterete http://t.co/AlptDeB
Elle__FB
July 6, 2011
Il giornalista Pino Bruno e l’imprenditore web Gianluca Cozzolino si dicono ancora scettici.
Agcom ha orecchie solo per i “mercanti”: approvata la delibera http://fanpa.ge/n7oDaH
glucacozzolino
July 6, 2011
L’Agcom ci ha rifilato una sòla! http://t.co/71q3UFb
pinobruno
July 6, 2011
Troppi click, sito Agcom in down per alcuni utenti
Il sito della AGCOM è… crollato?!
b3an1
July 6, 2011
Agcom: bene fair use e promozione offerta legale su internet, da rivedere meccanismo di rimozione dei contenuti | Facebook

Sono lieta della sensibilità che Agcom ha dimostrato scegliendo di mantenere aperto il dibattito pubblico sul nuovo regolamento da adottare per la tutela del diritto d’autore su internet. Ci sono aspetti molto positivi nel regolamento appena approvato e in particolare la promozione dell’offerta legale di contenuti on line e il riconoscimento del cosiddetto "fair use" che garantisce la libertà di espressione.
Roberto Cassinelli » Delibera Agcom, Cassinelli (Pdl): attendiamo il testo ma sembra passo avanti

"Non abbassiamo la guardia – afferma il parlamentare del Pdl – ma le notizie che giungono sono confortanti". In attesa del testo definitivo, Cassinelli ritiene "un passo avanti" le modifiche adottate dall’Agcom, e ciò – dice – "è solo merito degli internauti".
E’ uscito il comunicato AGCOM: http://t.co/h4Uhly1
demartin
July 6, 2011

Secondo la giornalista di La Stampa.it, Anna Masera, il periodo di consultazione durante le vacanze estive non è proprio il massimo

Approvata la delibera #Agcom sul #copyright, guarda caso 60 giorni per consultazione pubblica nel periodo delle vacanze http://t.co/hYl7ey5
annamasera
July 6, 2011

Commento positivo anche da parte dell’avvocato Marco Scialdone, tra gli animatori della Notte della Rete

agcom: comunicato stampa su diritto d’autore. Un nuovo linguaggio, nuovi contenuti, una nuova prospettiva. Bene. http://bit.ly/pKV5vi
marcoscialdone
July 6, 2011

Agcom spiega come funzionerà il periodo di consultazione pubblica di 60 giorni

Al Tavolo Tecnico #agcom verranno invitati a partecipare tutte le categorie interessate e le associazioni di consumatori e utenti
AGCOMunica
July 6, 2011

Secondo il giornalista esperto di tlc Alessandro Longo, la nuova delibera è “abbastanza buona”, ma rimangono alcuni punti oscuri

Agcom, la nuova delibera copyright (anteprima)

Dopo aver parlato con i due commissari relatori, posso anticipare i contenuti della nuova delibera. Si può dire che si ammorbidisce il rischio censura del web, ma resta la grossa novità che Agcom interverrà direttamente sui singoli contenuti del web ritenuti illeciti, senza passare dalla magistratura. Rinuncia però a oscurare i siti.

Intanto su Facebook c’è ancora chi continua a firmare la petizione

Una campagna per chiedere all’Autorità delle comunicazioni di respingere una regolamentazione che metterebbe il bavaglio a internet, arrivando perfino a chiudere siti internet stranieri in modo arbitrario e senza controllo giudiziario.
Rachele Pulzella
July 6, 2011

Anche L’Unità e Il Fatto Quotidiano sposano la tesi che il successo della Notte della Rete abbia costretto Agcom a modificare il provvedimento

La notte della Rete, l’Agcom «modifica» la delibera

L’Agcom ha approvato con sette voti a favore un astenuto e un voto contrario lo schema di regolamento sul diritto d’autore che nell’attesa dei giorni scorsi aveva scatenato la protesta della rete, e che viene posto ora ad una consultazione pubblica di 60 …
Contro il bavaglio Agcom grande successo della “Notte della Rete” | Federico Mello http://t.co/QKWm9qC via @fattoquotidiano
Aleelena75
July 6, 2011
L’Agcom specifica un altro aspetto importante della nuova bozza di regolamento
La procedura dinanzi #agcom è ALTERNATIVA e non sostitutiva della via giudiziaria e si blocca in caso di ricorso al giudice
AGCOMunica
July 6, 2011
I cantanti che hanno firmato l’appello della SIAE pro regolamento presi di mira da alcuni utenti
Alcuni artisti si schierano a favore del bavaglio #Agcom a Internet. #Baglioni, Gino #Paoli, #AlBano, Gigi #DAlessio. I morti risorgono.
iSimon89
July 6, 2011
Da Baglioni a Gigi D”Alessio: tutti con l”AGCOM http://t.co/QwAhfzx via @webnewsit
NyloTw
July 6, 2011
E” divertente vedere la lista di autori che ha firmato l”appello della SIAE in favore della delibera di AGCOM…. http://ff.im/-HnisD
Eyeless000
July 6, 2011
Lucia Dalla e Carmen Consoli favorevoli alla delibera #AGCOM!!! sono rimasto malissimo 😦
LotarSan
July 6, 2011
Italia come la Cina?
Agcom corregge la delibera “I siti non sarano chiusi”, ma va’? L’Italia e’ piu’ vicina alla Cina che al resto del monto!
biskero
July 6, 2011
In molti retweettano il commento del presidente dell’Autorità
Agcom approva schema delibera diritto autore: Calabro’, eliminate ambiguita’ e criticita’ http://bit.ly/n4olyl
aReda86
July 6, 2011
Secondo Riccardo Luna, ex direttore di Wired Italia, il web non morirà dopo il regolamento Agcom
A proposito di AGCOM: Il web non morirà perché Internet è comunque più forte di un censore ottuso (per @agoravoxitalia) http://t.co/Byy4NtD
riccardowired
July 6, 2011
Il tweet con cui l’Agcom comunica la modifica più importante alla bozza
http://t.co/UHsCtaT #notterete #agcom Siti esteri: prima il richiamo, poi segnalazione alla magistratura
AGCOMunica
July 6, 2011

C’è chi dice che il sito Agcom è sotto attacco. Ma a noi risulta raggiungibile

Agcom è sotto attacco degli hackers http://t.co/sMeuSRr
albertmarini
July 6, 2011

In molti parlano di vittoria della rete

Devo capire meglio, ma forse #notterete ha vinto e AgCom si è corretta
smenichini
July 6, 2011
Consultazione pubblica, nessuna inibizione dell’accesso ai siti, competenza del giudice nella delibera AgCom. Confermo: #notterete ha vinto
smenichini
July 6, 2011
RT @smenichini: Devo capire meglio, ma forse #notterete ha vinto e AgCom si è corretta
alaskaRP
July 6, 2011
Agcom, ecco la nuova delibera 668/2010: vince la Rete – di Giuseppe Rizzo Sembra proprio una vittoria della Rete,… http://fb.me/AGOsisE4
Net1News
July 6, 2011
agcom la norma passa ma edulcorata, la sostanza è impropria e abbastanza inapplicabile. Bel pareggio della rete
buzzico
July 6, 2011
Alcuni utenti contenti per le modifiche fatte dall’Agcom
l’Agcom ha corretto la norma: No all’inibizione dei siti!
Alcavi
July 6, 2011
RT @daxseven: #Agcom corregge norma: no a inibizione siti #buonenotizie?
buzzico
July 6, 2011
I primi tweet a caldo
godiamoci gli ultimi due mesi di libertà, poi internet va in mano ad agcom. o vogliamo fare qualcosa?
f_andruccioli
July 6, 2011
Ho mandato un msg all’Agcom contro il tentativo d’imbavagliare internet. Unisciti! #nowebcensure #notterete http://t.co/y0gsT10
Coboye
July 6, 2011
A scaricare da new album release prima che lo serrino #agcom
krom999
July 6, 2011
RT @AnitaPreziosi: E dunque il solito trucco: si approva un testo folle e poi lo si emenda andando incintro al potente di turno http://goo.gl/BLpAh #giàvisto
LaviniaPucci
July 6, 2011
Un’altra genialata all’italiana!Non ci sono + parole!Continua la censura!E il brutto è che in parte è già stata accolta! http://t.co/RqAbwWh
KatiLC
July 6, 2011

L’annuncio ufficiale dell’AgCom direttamente su Twitter

Diritto d”autore: approvato schema di regolamento #agcom, 60 giorni per la consultazione
AGCOMunica
July 6, 2011

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